Trentino, 1919. Adalina, appena rientrata da un campo di prigionia in Austria, cerca di ricostruire la propria vita in una valle devastata dalla guerra. La città di Rovereto, ormai italiana, è ridotta in macerie, così come la sua casa, il suo amato maso. Orfana dei genitori, Adalina deve affrontare la solitudine e la fatica di ricominciare, ma non perde la speranza che il fratello Emiliano, soldato sull'altipiano di Asiago, torni sano e salvo. Si affida a una profezia tramandata dal padre e alla saggezza della montagna - “sette volte bosco, sette volte prato e poi tutto tornerà com’era stato” -, ma poi al maso compare un soldato di lingua tedesca, Stefan, un altro che è riemerso dalla parte sbagliata, e col passare dei giorni, la loro intesa cresce. Ma la guerra lascia ferite profonde, traumi e paure. Un romanzo d’esordio che, muovendosi al ritmo della Natura straziata ma mai battuta, ci ricorda le lacerazioni del nostro Paese e tenta di ricucirle con poesia, nonostante la crudezza dei tempi.
Paola