Non ho grande attitudine verso i saggi storici tuttavia ne ho molta verso la scienza. Forse perché la narrazione storica contemporanea contempla poco l’incertezza, mentre la scienza la possiede come caratteristica costitutiva. La scienza in altre parole è fallace e sa di esserlo: mai sicura, sempre dubbiosa, quando avanza una ipotesi i condizionali sono obbligatori e solitamente lo si fa sottovoce.
Sarà perché la maggior parte delle scoperte scientifiche in ambito chimico avviene per caso e spesso per errore. Errore nella realizzazione della sintesi o si giunge per caso a un prodotto che non si desiderava per l’uso immaginato. Trovo la storia della chimica e della medicina fortemente rappresentative dello spirito umano: contraddittorie, inaspettate, spesso non credute o miscredute, come nel caso delle streghe e dell’inquisizione.
Molte di queste scoperte sono note, come l’acido ascorbico e la sua importanza nel combattere lo scorbuto. Nonostante già James Cook avesse capito l’origine della malattia e i rimedi per debellarla fu James Lind, chirurgo di bordo, a indicare l’uso degli agrumi quali rimedio efficace e immediato per prevenirlo e curarlo.
Non venne creduto, la marina inglese ci mise quaranta anni a introdurre l’acido ascorbico nella dieta dei marinai.
E che dire della chirurgia, i soldati che non morivano al fronte avevano l’80% di certezza di morire per le cure ricevute e altrettanto rischioso era il parto per la puerpera. Joseph Lister medico chirurgo inglese ebbe l’intuizione di usare il catrame del carbon fossile da cui si estrae l ‘acido carbolico allora usato per togliere l’odore dalle fogne. Siamo nel 1867 e Con i suoi primi esperimenti diede il via alla cura per la sepsi, il primo passo verso il moderno concetto di igiene.
Nel libro di Penny Le Couteur e Jay Burreson sono raccolte storie di diversi prodotti che hanno cambiato la storia della umanità. Un libro godibilissimo che non richiede presupposti di conoscenza chimica quanto molta curiosità e una mente aperta alla sorpresa.
Elisabetta