"Invito a un banchetto" non è un libro di memorie. Si tratta, piuttosto, di una serie di saggi su 30 diversi piatti cinesi: gli gnocchi, i noodles fritti, il congee, il barbecue e lo hot pot sono solo alcuni dei temi trattati, insieme a innumerevoli altri. Ma non si tratta di semplici meditazioni o recensioni. Il capitolo sull'hot pot ripercorre tremila anni di carne cotta in brodo, soffermandosi sulle radici mongole del piatto, ma dedicando comunque intere pagine a una lussureggiante descrizione dei meccanismi di consumo di questo piatto cinese per eccellenza. O come il capitolo sul maiale alla brace cantonese, che inizia con il ricordo di un assaggio di char siu nella Chinatown londinese (un primo passo verso l'oceano che sarebbe poi diventato la sua vita), ma nel giro di venti pagine tratta decine di piatti di carne arrosto provenienti da tutta la Cina. E naturalmente, quando si parla di alcol, non solo si impara la sua storia unica di fermentazione in Cina, ma anche il suo ruolo nei pasti e il suo uso nella cucina di molte regioni diverse. 30 piatti per altrettante esperienze di vita. Per scoprire che la cucina cinese non è solo millenaria, ma che è il risultato di secoli di incontri tra culture apparentemente diverse. Citazione dal libro che rende perfettamente l’idea: “La Grande Muraglia, in tutta la sua magnificenza, è sempre stata una specie di illusione: suggeriva che la linea di faglia tra la Cina e i barbari fosse reale, quando invece non c’è mai stata.”
Benedetta