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Discipline Occidentali. Leonard Schrader, Kengiro Azuma e un anno di kendo - Francesco Baucia Castelvecchi

2025-05-26 11:04

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Autofiction,

Discipline Occidentali. Leonard Schrader, Kengiro Azuma e un anno di kendo - Francesco Baucia Castelvecchi

Il libro di Francesco Baucia sembra un saggio, invece è una forma molto raffinata di narrativa con tratti autobiografici. Autofiction?

Il libro di Francesco Baucia sembra un saggio, invece è una forma molto raffinata di narrativa con tratti autobiografici. Autofiction? Qui è tutta un’altra storia (anzi, storie): il narratore, che inizialmente si mimetizza in una scrittura apparentemente impersonale, parla di sé attraverso i suoi riferimenti culturali, che vanno da Tondelli a Mishima, dalla letteratura al cinema, dall’Occidente all’Oriente – a questa sintesi mira il titolo (ma occhio ai segnali di fiction sparsi qua e là).
Già il prologo ci investe con una profondità inusuale e una poesia che esalta la parola. Come il percorso del narratore, che cerca di ricomporre le fratture interiori attraverso la pratica del kendo e l’esplorazione del pensiero orientale, anche il lettore deve impegnarsi un po’. La vita del narratore si intreccia con altre due: Leonard Schrader, giovane americano che, per sfuggire al Vietnam, si trasferisce in Giappone e diventa sceneggiatore di culto, insieme al fratello Paul; e Kengiro Azuma, kamikaze giapponese mancato che, dopo la guerra, trova nella scultura la sua via, che lo porta in Italia.


La struttura segue una logica cinematografica, con un montaggio non lineare che alterna i diversi piani narrativi, integrandoli con riferimenti culturali e riflessioni filosofiche. Colta, raffinata, “saggia”, l’opera alterna descrizioni evocative e introspezione a un linguaggio analitico (pensate a Labatut) con una prosa che sa gestire passaggi di tensione narrativa intensa (vedi Leonard), e altri più meditativi e contemplativi.


L’effetto è dinamico: la nostra attenzione vigila per cogliere i legami tra le storie. Leonard e Kengiro sono famosi, anche se Baucia trasforma le loro biografie in un romanzo, illuminando con la sua sensibilità i coni d’ombra. Invece il misterioso autobiografo è una lenta scoperta: spinto da una fascinazione per la cultura giapponese, il nostro si iscrive a un dojo, immaginando di avvicinarsi a un sapere profondo e mistico. Ma la realtà è più complessa: il dojo non è un tempio zen, i compagni sono persone normali con vite ordinarie, e la disciplina non offre risposte facili. Ma indica una strada. Esplorando il senso della trasformazione attraverso fuga, disciplina e confronto tra culture, Baucia narra di un Occidente che cerca il suo Oriente e un Oriente che deve ridefinire sé stesso, spesso attraverso l’arte. 物の哀れ (mono no aware), semplice. L’autore sarà ospite in libreria il 17 maggio, se avete domande è il momento giusto per farle!




Paola




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