Nei mitici anni Ottanta, quelli di Sotto il vestito niente, cosa può aver più peso del peso, soprattutto se sei una donna, anche in un paesino sperduto sui monti nella Renania-Palatinato? Ela racconta, alternando i ricordi d’infanzia e le sue riflessioni di donna adulta, l'ossessione del padre per il peso del corpo della moglie. La donna, nonostante le continue critiche, cerca di mantenere la propria identità e autonomia. La doppia prospettiva di Ela permette al lettore di cogliere non solo le dinamiche interne alla famiglia, ma anche di riflettere sull'influenza della società e delle aspettative sociali sul ruolo della donna e sulla percezione del corpo femminile – che ci si trovi in un contesto rurale e antico o in una metropoli veloce e iperconnessa. Forse l’abbondanza della madre terrorizza il padre: tra insicurezze e fallimento personale in vari ambiti, l’uomo si sente piccolo e insignificante al cospetto del corpo della moglie. Paola
Con sottile e raffinata ironia, bilanciata dallo sguardo ingenuo e privo di pregiudizi o sovrastrutture, Dröscher riesce a trattare temi universali come il body shaming o il sessismo filtrandoli attraverso il setaccio delle esperienze personali, intime, e rielaborando la storia della propria famiglia: con qualche bugia, che sta alla base dell’autofiction, Dröscher smantella le bugie che il padre, i nonni, il paese raccontano su sua madre, e quelle che sua madre doveva inventarsi per sopravvivere e lottare per emanciparsi. Senza nemmeno mai esporre il corpo della madre.