Alex viene dal Nord-Est del mondo, Sara dal Sud-Ovest. Si incontrano su un aereo e si innamorano: parlano in spagnolo, lingua madre di lei, ma per comunicare senza mediazioni inventano una grammatica sensuale, quella dei loro corpi. Tuttavia, se il corpo cambia o si ammala, anche la sua lingua muta, si corrompe.
La storia d’amore di Alex e Sara - alternando la voce vibrante di lei e di lui al resoconto di un cronista - si intreccia in un mondo post 11/09, sofferente per la violenza, la paura e il lato oscuro della globalizzazione. Si può guarire, comunicare, amare di nuovo?
Jeftanovic ci invita a riflettere sull’(im)potenza delle parole, sulla loro fisicità e sul corpo, individuale e globale, che muta e ci (s)travolge. Con una scrittura fluida, avvolgente, poetica e per questo potente, l’autrice lascia che ogni lettore esplori i molteplici strati di significato nascosti tra le righe: perché la letteratura semina domande, non sforna risposte
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Paola
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