Stella Maris - Cormac McCarthy, Einaudi

Per scrivere una recensione corretta su Cormac McCarthy dovrei posizionarmi genuflessa, col capo chino, magari pure velata o che almeno il mio spirito sia in quella posizione. È ovvio che ciò che scrivo in merito a un libro è prodromico alla vendita e infatti ho riflettuto a lungo se farlo o meno.
Ci sono autori che piacciono, altri che sono un must, altri che vanno di moda e poi ci sono le fedi, in quest’ultima casella si colloca McCarthy.
Ritengo che ogni suo romanzo possa sortire due effetti: il nulla o il credo.
Si ritorna a McCarthy come in una dimensione altra che travalica la trama, la storia, i personaggi, l'intreccio. Un pellegrinaggio dove seguire il tracciato indicato senza attesa di risultato, senza aspettative, ma con la certezza che qualcosa arriverà. Probabilmente non dal libro, perché la vera camera di elaborazione è quella al interno di ogni lettore. Lo spirito travalica le dimensioni oltre la terza e spinge più in là, dove nemmeno sapevamo di poter giungere.
Un'esperienza forse - dico forse perché non è traducibile in parole. Non si può raccontare Stella Maris senza tradirla. Esattamente come non si può spiegare Dio a chi non ha spazio per ospitare, non consiglio questo libro. A questo libro si giunge. In ogni caso - questo vale per tutti, credenti o meno - è bene che sappiate che esista.


Elisabetta