Scritto nel 1969, Lamento di Portnoy porta con eleganza e sorprendente freschezza i suoi cinquant’anni. Consigliato per quando senti il mondo sulle spalle, anche se eri convinto di averlo lasciato dietro di te.
Attraverso l’escamotage della psicanalisi, Roth riversa tutta la frustrazione ed i sensi di colpa che attanagliano la vita di Alex Portnoy, schiacciato dal peso del suo retaggio ebraico e dalla sua incapacità di distaccarsene.
In molti punti del racconto di Alex è impossibile trattenersi da una grassa risata liberatoria, forse la stessa che il silenzioso analista nasconde sotto i baffi per tutto il tempo.