La pietra e lo specchio - Alan Garner

A leggerlo, questo breve romanzo, ci si perde: si scivola nel modo magico del piccolo Joe che, solo col suo fumetto, sa che ora è solo al passaggio del treno di mezzodì.
Quando dal nulla sbuca Treacle Walker, Joe, come tutti i bambini, non si fa tante domande ma accetta la sua storia: lo stracciaiolo (o mendicante o guaritore o mago) ha, tra le sue cianfrusaglie, cose strabilianti che aspettano solo Joe, ma davvero proprio solo lui.
Un baratto e zac: Joe ha una pietra e un unguento che gli guarisce l’occhio malato.
O meglio: la malattia diventa un dono che gli permette di vedere il tempo collassato su se stesso, di percepire l'eterno nell'adesso.

Joe conosce Thin Amten, un uomo dell’Età del ferro; entra ed esce dai suoi fumetti; passa da una parte all’altra degli specchi e alla fine…
Ho scritto “fine”? Nope! Questa novella è una spirale: la fine è sì il suo inizio – e viceversa –, ma tutto nel frattempo è cambiato.
Del resto, l’arrivo di Treacle Walker è un vero terremoto.
Col suo baule scassato e magico, lo stracciaiolo introduce, nel mondo immobile di Joe, la trasformazione; e Joe comprende all’improvviso il legame tra il tempo interiore del sogno e della visione, delle ere geologiche e l'eterno presente del mito, anche se non userebbe mai queste parole: è solo un bambino!

Le leggende del Cheshire si uniscono alla fisica quantistica, la tradizione popolare al racconto mitico e metafisico a creare una poesia sulla vita, la morte, il tempo, la forma e la sostanza. Applausi!
 
Paola