Battere i pugni sul mondo - Lukas Rietzschel
Al volgere del millennio il futuro appare ancora roseo, anche se a Neschwitz, vicino a Dresda, ci sono ancora i resti della ex DDR, industrie abbandonate e campi brulli. Philipp e Tobias, la nuova generazione, hanno la vita davanti ma nel paese non succede niente e le promesse di novità sono progressivamente deluse. Anzi, le opportunità vengono offerte alle minoranze etniche, agli immigrati… Qualcuno deve fare qualcosa! Riprendersi il proprio è sacrosanto!
Il romanzo di Lukas Rietzschel delinea un mondo di cui si conosce l'esistenza, ma che non si vuole vedere perché ci si vergogna che esista, perché lo si disprezza, perché non si sa cosa fare. Due ragazzi, timidi ed educati, diventano compagni di viaggio e carnefici, razzisti e criminali violenti.
Poteva esserci un'alternativa a questo sviluppo? No, rispondono loro, si sentono tagliati fuori, impotenti persino nelle cose più banali della quotidianità, definiti da un’etichetta che non sanno staccarsi di dosso. Rietzschel non chiede pietà per i suoi protagonisti, né li condanna, descrive con neutralità ogni passo che li conduce a diventare quello che saranno alla fine. Una storia come ce ne sono troppe. E magari fossero relegate alla provincia della Germania Est: le periferie sono uguali in tutto il mondo.
Aprire gli occhi e le orecchie, guardare e ascoltare: a questo serve il romanzo di Rietzschel, a non creare l’esercito degli sconfitti a priori, degli ineluttabili falliti, di chi non ha nulla da perdere e tanta rabbia da urlare al cielo.
Il romanzo di Lukas Rietzschel delinea un mondo di cui si conosce l'esistenza, ma che non si vuole vedere perché ci si vergogna che esista, perché lo si disprezza, perché non si sa cosa fare. Due ragazzi, timidi ed educati, diventano compagni di viaggio e carnefici, razzisti e criminali violenti.
Poteva esserci un'alternativa a questo sviluppo? No, rispondono loro, si sentono tagliati fuori, impotenti persino nelle cose più banali della quotidianità, definiti da un’etichetta che non sanno staccarsi di dosso. Rietzschel non chiede pietà per i suoi protagonisti, né li condanna, descrive con neutralità ogni passo che li conduce a diventare quello che saranno alla fine. Una storia come ce ne sono troppe. E magari fossero relegate alla provincia della Germania Est: le periferie sono uguali in tutto il mondo.
Aprire gli occhi e le orecchie, guardare e ascoltare: a questo serve il romanzo di Rietzschel, a non creare l’esercito degli sconfitti a priori, degli ineluttabili falliti, di chi non ha nulla da perdere e tanta rabbia da urlare al cielo.